Revisione codice appalti, Lupoi: “Molto bene il MIT su metodo e obiettivi; nostro contributo per assicurare equilibrio contrattuale, qualità e concorrenza, unitamente a tutta la filiera e nell’interesse del Paese

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È questo il messaggio che ha lanciato il Presidente dell’Associazione delle società di ingegneria e architettura, nel corso della tavola rotonda svoltasi ieri pomeriggio a Roma dal titolo “Un anno di codice appalti: bilancio e possibili miglioramenti”, alla quale hanno partecipato Giuseppe Busia, Presidente ANAC, Elena Griglio, Capo Ufficio Legislativo del Ministero delle Infrastrutture, Andrea Ferrante del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, unitamente ai principali operatori della Filiera delle costruzioni: Francesca Ottavi per l’Ance, Marco Mingrone per Legacoop e Domenico Condelli per il CNI.

Nel commentare l’intervento di Elena Griglio, Lupoi ha sottolineato come sia “particolarmente condivisibile il metodo delineato dalla Consigliera Griglio sia per i tempi, sia per i contenuti; in particolare condividiamo la consapevolezza della necessità di aggiornare il decreto parametri e l’apertura ad intervenire sugli allegati al codice per recuperare quelle norme sugli affidamenti dei servizi di ingegneria e architettura che erano nelle linee guida ANAC 1/2016 e che darebbero certezza a tutti gli operatori. Condividiamo fortemente anche la necessità di andare verso una “solida progettazione” perché la centralità del Progetto, così come anche l’equilibrio contrattuale, deve sempre essere rispettata. Su questo riteniamo che le stazioni appaltanti debbano essere incentivate a programmare e non a progettare, cosa che se vogliono possono fare, ma l’incentivo deve essere su altro. Altro tema fondamentale è l’accesso al mercato e su questo siamo per i requisiti su base decennale”.

Infine su equo compenso, tema sul quale Griglio non si è voluta sbilanciare limitandosi a dire che vanno assicurati il principio, ma anche l’evidenza pubblica e i vincoli di bilancio, Lupoi ha condiviso assolutamente il principio contenuto nel codice dell’equo compenso ma ha rilevato che “occorre applicarlo a tutela del professionista e della società nel caso di rapporti di forza diversi ad esempio nelle trattative dirette degli affidamenti fiduciari, oltre che per la determinazione corretta degli importi a base di gara nelle procedure aperte, come abbiamo chiesto e ottenuto nel nuovo codice dove il richiamo ai parametri ministeriali è ormai un obbligo. Invece nelle procedure aperte e quando c’è un confronto concorrenziale fra operatori economici è opportuno mantenere il ribasso sull’intero compenso adottando meccanismi che disincentivino ribassi eccessivi, come ad esempio l’applicazione di formule esponenziali e la limitazione del peso dell’offerta economica. Soluzioni diverse sono controproducenti per l’intero sistema in quanto penalizzano investimenti in soluzioni innovative e tecnologiche che migliorano la produttività (uno dei tanti “talloni di Achille” che affliggono la nostra economia), limitano l’accesso del mercato ai giovani ed alle società di nuova costituzione che non possono sfruttare la possibilità di essere più competitivi sul prezzo per entrare sul mercato e, infine, incentivano i meno onesti.”

Nel corso della tavola rotonda, moderata a Flavia Landolfi, il Presidente ANAC Giuseppe Busia ha da un lato rivendicato la scelta di non avere ceduto alle richieste di proroga sull’avvio della digitalizzazione e di avere con tenacia portato avanti il processo di qualificazione delle stazioni appaltanti, da completare ma ben avviato e, nel merito, ha condiviso l’esigenza di puntare a miglioramenti su concorrenza e trasparenza.

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