Sette morti per sette anni, la sentenza fa infuriare le associazioni A.U.F.V. Odv e A.I.F.V.S Odv, A.M.C.V.S Odv
ROMA. “Una sentenza inaccettabile e irrispettosa per tutte le vittime della Strada”. E’ quanto affermano all’unisono Alberto Pallotti, presidente dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada Odv e dell’Associazione italiana Familiari e Vittime della Strada Odv, ed Elena Ronzullo, presidente dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada Odv, in relazione alla condanna a sette anni di reclusione di Stefan Lechner, che nella notte tra il 4 e 5 gennaio 2020 ha investito mortalmente sette persone di età compresa tra i 20 ed i 25 anni, uccidendole sul colpo (FONTE baritalianews.it).
La guida in stato di ebrezza del giovane, non solò causò la morte di sette persone, ma il ferimento di altre sette, dei quali un soggetto finito in stato vegetativo. La richiesta di 10 anni di reclusione del PM si è tramutata in sette anni, per vari calcoli e la considerazione di attenuanti generiche. “E’ una vergogna tutta italiana – affermano i presidenti delle associazioni -. Purtroppo, dopo aver tanto combattuto per far riconoscere l’omicidio stradale a livello giuridico, siamo costretti, ancora una volta, a constatare che tale provvedimento non ha prodotto i risultati sperati e le condanne sono abbastanza irrisorie per chi ammazza sulla strada. Chiediamo a gran voce l’intervento dello Stato, per accordare una giusta pena a chi commette un reato così grave. Chi ammazza per omicidio stradale, raramente finisce in carcere. Siamo stanchi di leggere notizie inerenti morti sulle strade”.
“Ci ritroviamo, ancora una volta, a confrontarci con notizie così eclatanti prive di risvolti concreti e siamo vicini alle famiglie di tutte le vittime della strada – afferma Biagio Ciaramella, vicepresidente A.U.F.V. Odv e A.I.F.V.S. Odv -. Purtroppo, nei processi italiani per le vittime della strada, troviamo sentenze che premiano i carnefici ed uccidono nuovamente le vittime. Il pericolo che venga sentenziato che il fatto non sussiste, è di una gravità assoluta ed è, purtroppo, un deterrente a favore del colpevole. La magistratura deve far rispettare la legge, garantendo il rispetto di chi non c’è più. Ecco perché mi associo al pensiero dei presidenti, affinché l’omicidio stradale diventi una priorità per tutti cittadini italiani ed il Governo”.